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Università degli studi di Roma "Tor Vergata" - Macroarea di Lettere e Filosofia

Dottorato di Ricerca in Studi Umanistici - Curriculum Lingue e Letterature Straniere

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Seminari A. A. 20011-2012

Seminario del Prof. Mario Caramitti

Microracconti

Le strutture narrative in abyme tra prosa e poesia

Criteri d'inclusione e invarianti

Affabulazione

Densità della parola

Lunghezza: da 500 a 2000/2500 caratteri

 Esclusioni e inclusioni

Sia poemi/poesie in prosa che prosa (ritmica, lirica)

? Aforisma, apologo, parabola, predica

? Bozzetto, impressione, pagina di diario, minisaggio

? Facezia, aneddoto, barzelletta

? Epigramma, frammento lirico

Verso il post: 69er e drabble

 Fruizione

La pagina come confine e il bianco

Affinità con la fruizione della poesia

Örkény: “Mentre l’uovo cuoce, mentre aspettiamo che il numero chiamato si liberi (se è occupato), leggiamoci una novella da un minuto”.

Epoche sature

Dopo il romanzo

Prima dell'avanguardia?

 Prosa/poesia

Definire ogni testo?: prosa o poesia?

nessi sintagmatici prevalenti, selezione vincolata

Immagini e attivazione del significante (mezzi del significante)

Tensione (ed estenuazione) della sintassi

 Densità

come procedimento: compattazione come indice di coerenza > “atmosfera”

Elementarità – essenzialità

Semplificazione morfologica: Pizzuto

Omissione, ellissi. “Vuoto di memoria” di cinque ore in “Aube” di Rimbaud.

Concentrazione: “Un hémisphère dans une chevelure” di Baudelaire 

Aleksandr Skidan: “Conferire unitarietà all'apoteosi dei frammenti” (придать цельность апофеосу частиц)

Nina Iskrenko: “Vapori condensati in testo” (испарения, сгущающиеся в текст)

 Myse en abime

Giorgio Manganelli: Centuria, cento piccoli romanzi fiume

letterale: miniaturizzazione del testo. Čechov: “Cosa s'incontra più spesso nei romanzi, nelle novelle ecc” (Что чаще всего встречается в романах, повестях и т.п.?). Dmitrij A. Prigov e le traduzioni in mantra dell'“Onegin”,  Aleksandr Kondratov e le “puškinoty”.

 Spazio

La densità determina lo spazio

La definizione dei confini e l'evasione:

Örkény, “Restare in vita”: la formica ammaestrata in prigione cessa di esistere in casa.

La stanza come modello dello spazio circoscritto: la finestra e la soglia

Centuria 79 di Manganelli (la prigione amena e il labirinto)

Örkény, “Dignità professionale”: “'Arrivederci' dissi cortesemente, e volai via dalla finestra aperta”

La distorsione dei confini

Una delle “Pellicole di un paparazzo” (Фотопленки папарацци) di Andrej Sen-Sen'kov: “I petali di spuma si trasformano nella superficie piatta del liquido caldo. L'eco già esigua delle bollicine scoppiate è ormai indiscernibile dal silenzio originario. Le ombre nel bagno sempre più spesso non coincidono con i movimenti dle corpo. Intanto, molto femminilmente, l'acqua si curva nell'inevitabile vortice, lasciando allo specchio la possibilità di riposare per un attimo dall'obbligo dei riflessi” (Лепестки пены превращаются в гладкую поверхность теплой жидкости. И без того маленькое эхо лопнувших пузырьков уже неотличимо от первоначальной тишины. Тени в ванной комнате все чаще и чаще не совпадают с движениями тела. Пока, очень по-женски, вода изгибается в неизбежную воронку, оставляя зеркалу возможность немного отдохнуть от обязательных отражений)

Asimmetria, realtà capovolta: “Paesaggio invernale con due cupole a cipolla” di  Örkény: la bambina guarda da sotto il camion la mamma impiccata che scambia per un pendolo.

Anatolij Kudrjavickij: “La cosa più pericolosa è lasciar volar via la parola, perché non si dissolverà né evaporerà, ma si farà simile a un cartone di latte abbandonato in orbita da un astronauta sciatto” (Опаснее же всего дать слову улететь, поскольку оно не исчезнет и не благорастворится, а станет подобным пакету от молока, оставленному на орбите нерадивым космонавтом)

Svencickaja: personaggi che vivono su una sedia a rotelle (saltando e ballando) o in biblioteca.

 

 

Aleksandr Kabakov, “L'uomo volato nello spazio” (Человек, улетевший в космос), installazione del 1986.

Focalizzazione

Oltre la voce e il punto di vista

Focalizzazioni verbali: Vadim Kozovoj e i neologismi

“An 'a-ha!' moment — something that happens, something that matters” (http://www.flashfictiononline.com/)

Tutte le tipologie di straniamento

Non linearità (dell'intreccio, della struttura)

 attacco/incipit

stato o cambio di stato

Determinazione temporale, descrizione. Tipico delle strutture più tradizionali: Wilde, “The artist”: “One evening...” Čechov: “Felicità”: “Era mezzanotte”; “Una natura enigmatica”: “Uno scompartimento di prima classe”

Straniante: “In alto, oltre il silenzio” (Вверх за тишиной) di Georgij Ball: “Il tempo si distribuiva così, per gradini” (Время распределялось так: ступенями)

elenco, catalogo e altre forme di “understatement”: Elina Svencickaja, “Piangono i tamburi” (Барабаны плачут):  “Veniva, e assieme a lei apparivano pelucci, pagliuzze, pezzetti di qualcosa” (Она приходила, и вместе с ней появлялись пылинки, соринки, кусочки чего-то).

 chiusa/explicit

Estremizzazione, iperbole: Vladimir Dejč, “L'apocalisse di Griffith” (Апокалипсис Гриффита), serie di iperboli per una giornata di caldo estivo che parte da un inizialmente incomprensibile “Griffith non cammina ma scorre”, poi la camicia si incendia, la gente fa da estintore e gli si mette in scia fumante, “dal cielo cadono corpicini carbonizzati di uccelli” (с неба падают обугленные трупики птиц)

Riassuntiva: Griffith, i vicini che guardano la TV: “Così alla fermata dell'autobus, immersi nei propri pensieri, si guarda ininterrottamente dalla parte da dove deve apparire l'autobus”. (Так человек на остановке, погруженный в свои мысли, неотрывно смотрит в ту сторону, откуда должен прийти автобус).

Straniante, spesso con marcatura di un nesso imprevedibile: Denis Osokin, “Natal'ja morta” (Мертвая Наталья): “Davanti alla bicicletta rimasta di Nataša preghiamo ogni mattina” (На велосипед оставшийся после наташи мы молимся каждое утро).

Gnomico-sentenziosa. Fino alle “oscurissime” di Rimbaud: “La musique savant manque à notre désir” di “Conte”

Allargamento dei confini della narrazione: H.P. Lovecraft, “Memory”. Dopo l'estinzione del genere umano, si prefigura una nuova creazione e un altamente ibrido peccato originale “darwiniano”: “So the Genie flew back to the thin horned moon, and the Daemon looked intently at a little ape in a tree that grew in a crumbling courtyard”

 climax

parola, sintagma o frase in vistosa evidenza logico-semantica

Georgij Ball, “Sono con te, Joe” (Я с тобой, Джо): “Me ne sono innamorata” (я его полюбила) + “Ci hanno uccisi di sabato” (Нас убили в субботу)

Frase-intreccio, da cui discende tutta la trama:

Kudrjavickij, “Fine del secondo tempo” (Конец второй серии): “Siamo andati al cinema e abbiamo visto la nostra vita” (И мы пошли в кино и смотрели нашу жизнь)

Immagine-vertice (vortice):

Genrich Sapgir, “In volo e a letto” (Летящий и спящий): “ma qualcosa all'improvviso è cambiato nell'atmosfera, come si fosse stesa un'ombra sul cielo scuro“ “но что-то вдруг переменилось в атмосфере, будто тень нашла на темное небо”

Correlativo oggettivo, o serie di punti focali: “Le mani” di Pizzuto

 

Il titolo

inizia già, introduce, allude, depista, spiazza

Nesso (spesso esclusivo) con il finale: “The Dead Boy at Your Window” di Bruce Holland Rogers

 Io

Il ruolo dei pronomi e dei deittici > paradossale polisemia

Nel titolo: “Borges y yo” di Borges e “Io tutta una sorpresa” (Удивительная я) di Elina Svencickaja

più spesso straniante che lirico

Incipit: “Io sono un osso duro!” in “Dignità professionale” di  Örkény

Autofinzionale: Elina Svencickaja

 paratesto, estensioni del testo

Autori ed editori apocrifi: Gianni Toti, Denis Osokin, Borges (“Il libro degli esseri immaginari”). Anche con pseudodate di pubblicazione.

Inclusioni: testi dei personaggi, articoli di giornale, lettere, citazioni esplicitate > di norma in contrappunto.

Segni d'interpunzione e strumenti grafici: Georgij Ball, “Il corpo” (Telo), le parentesi (più o meno con didascalie) isolano i sostantivi a inizio paragrafo generando una sorta di titolazione interna. Cancellare parti di testo con un tratto: German Lukomnikov, Dmitrij Dejč

Enigmi > coinvolge il destinatario, estende il testo: Rimbaud in “H” “trouvez Hortense”

Telefonate decontestualizzate e stranianti: in “Gli uomini polverosi” (Пыльные люди) di Elina Svencickaja: “Mi sono messa a chiamare tutti i “vigili” [che in ucraino suona 'polverosi', da qui la linea di straniamento del testo]: niente da fare. Sono corsa in strada, ho girato tutte le birrerie, le bettole, i gazebo degli asili: niente uguale. Verso sera ho iniziato a chiamare la polizia, gli ospedali, gli obitori: nessuna traccia di Buchbinder. Alla fine ho chiamato sua moglie: 'Buonasera, c'è Fedja?' 'No' 'E chi lo vuole!' E ho messo giù” “Я стала обзванивать всех бдительных - безрезультатно. Я выбежала на улицу, оббежала все пивбары, забегаловки, беседки в детских садах - все то же. Ближе к вечеру стала звонить в милицию, больницы, морги. Никаких признаков Бухбиндера. Наконец позвонила его жене. “Здравствуйте, можно Федю?“ “Его нет” “Ну и не надо”, сказала я и повесила трубку”.

Frasi stranianti colte al volo, provenienti come da fuori il testo. Arkadij Gavrilov, “I figli del sole” (Дети солнца): uomo in marcia, lo superano stranissimi ragazzini in uniforme con la scritta “figli del sole”, poi lo superano un cacciatore e una cacciatrice a cavallo. Quando sono passati: “C'era proprio bisogno di nascere tra le stelle per finire a fare i mercenari!..” “Стоило родиться среди звезд, чтобы потом пойти в наемники!..”

 Ibridazione

Realismo magico (assurdo)

Sonno/veglia

Vita/morte (nascita:morte)

uomini/animali/oggetti

come procedimento:

Vettorialità logico-semantica convergente di elementi antitetici e inconciliabili (vettori confluenti al centro logico-simbolico del racconto, costruzione centripeta)

Georgij Ball, racconto eponimo della raccolta “Vverch za tišinoj”: “In alto, oltre il silenzio” o “In alto in cerca del silenzio”?

Dmitrij Dejč: Griffith incontra un diavolo su una spiaggia californiana mentre sta entrando in acqua. Dall'incrocio degli sguardi e dei moti logici paradossalmente contrapposti: “entra in acqua, lasciandosi alle spalle la California che sta per perire” (пошёл в море, оставив за спиной гибнущую Калифорнию).

Georgij Ball, “La strada per Egor'evsk” (Дорога в Егорьевск): scompaiono gli aggressori nel momento in cui buttano il protagonista giù dal treno (straniamento)

Charles Baudelaire, “Les foules”: Multitude, solitude: termes égaux et convertibles pour le poëte actif et fécond (sainte prostitution)

Rimbaud, “Conte”, vettori ossimorici (ossimoro dinamico): une aberration de piété /  Sous le sabre, elles le bénirent. / Il n'en commanda point des nouvelles. - Les femmes réapparurent. / Il tua tous ceux qui le suivaient, après la chasse ou les libations. - Tous les soivaient. / Incontra un genio che gli reca “la promesse d'un amour multiple et complexe!” “Le prince et le génie s'anéantirent probablement dans la sainté essentielle” “Le Prince était le Génie. Le Génie était le Prince”

Rimbaud, doppia ibridazione ossimorica in presenza e in assenza: “me chassent par ce monde où je subis tous le succès civils” (“Guerre”) [procès civils]

Oscar Wilde, “The Artist”: “And out of the bronze of the image of The Sorrow that endureth for Ever he fashioned an image of The Pleasure that abideth for a Moment”. La creazione che distrugge se stessa e genera nuovo piacere della creazione, un po' il centro di tutti i vettori del microracconto.

 Il tempo

Assente, eterno, irrilevante. Tende ad annullarsi.

Anacronismo esplicitamente sottolineato

la narrazione può essere interminabile

 Cicli di microracconti

Protagonisti fissi: Muchin di Arkadij Bartov, Griffith di Dmitrij Dejč

Nomi generali:

Rimbaud, “Illuminations”, Vladimir Gubin “Arabeschi”(Арабески), Aleksandr Solženicyn,  “Miniature”  (Крохотки) + una vastissima produzione nella direzione dell'aforisma (dai “Trucioli” di Sbarbaro ai “Frantumi” di Boine).

Raccolte tematicamente unitarie:

Anatolij Kudrjavickij: “Finestre per il volo” (Окна для полета), Denis Osokin: “Spaventapasseri” (Огородные пугала), Balconi (Балконы), “El hacedor” di J.L. Borges (microracconti + poesia), “Il gioco dell'oca” di Edoardo Sanguineti, Viktor Sosnora “La casa dei giorni” (Дом дней), Andrej Sergeev, “Album di francobolli” (Альбом для марок)

Jurij Lejderman: Zametki (note, appunti), rinominati Геопоэтика (Geopoetica), rinominati Энсамблемент (Ensamblement). Riprese di motivi e allusioni incomprensibili e forse non fruibili nel singolo testo.

Analisi di microracconti

 

 

Arthur Rimbaud   Aube    da “Illuminations” (1873-75)

 

     J'ai embrassé l'aube d'été.

     Rien ne bougeait encore au front des palais. L'eau était morte. Les camps d'ombre ne quittaient pas la route du bois. J'ai marché, réveillant les haleines vives et tièdes, et les pierreries regardèrent, et les ailes se levèrent sans bruit.

     La première entreprise fut, dans le sentier déjà empli de frais et blêmes éclats, une fleur qui me dit son nom.

     Je ris au wasserfall blond qui s'échevela à travers les sapins: à la cime argentée je reconnus la déesse.

     Alors je levai un à un les voiles. Dans l'allée, en agitant les bras. Par la plaine, où je l'ai dénoncée au coq. A la grand'ville, elle fuyait parmi les clochers et les dômes, et, courant comme un mendiant sur les quais de marbre, je la chassais.

     En haut de la route, près d'un bois de lauriers, je l'ai entourée avec ses voiles amassés, et j'ai senti un peu son immense corps. L'aube et l'enfant tombèrent au bas du bois.

     Au réveil, il était midi.

 Dov'è il sogno? Doppio e bidirezionale risveglio  Vettorialità opposto col gallo. Ailes sineddoche?

  

Arthur Rimbaud                Alba              da “Illuminazioni” (1873-75)

 Ho abbracciato l'alba d'estate.

 Nulla si muoveva ancora sulla fronte dei palazzi. L'acqua era morta. Le zone d'ombra non lasciavano la strada del bosco. Ho camminato, ridestando gli aliti vivi e tiepidi, e le pietre preziose guardarono, e le ali si alzarono senza rumore.

 La prima impresa fu, nel sentiero già pieno di freschi e pallidi fulgori, un fiore che mi disse il suo nome.

Risi al wasserfall biondo che si scarmigliò attraverso gli abeti: dalla cima argentea riconobbi la dea.

 Allora alzai a uno a uno i suoi veli. Nel viale, agitando le braccia. Nella pianura, dove l'ho denunciata al gallo. Nella grande città, ella fuggiva fra i campanili e le cupole, e correndo come un mendicante sulle banchine di marmo, io la incalzavo.

In cima alla strada, vicino a un bosco di lauro, l'ho avvolta nei suoi veli raccolti, e ho sentito un poco il suo corpo immenso. L'alba e il fanciullo caddero in fondo al bosco.

 Al risveglio era mezzogiorno.

Antonio Pizzuto        Le mani    da “Ultime” (1973)

 Di retro, occhi allo specchietto, rollii avvicinando lor braccia, il taglio della piccola destra inerte ben prossimo la lui manca, scattar ambedue, prensili stringersi, vergognose smetterne, recedere, capi umili in pentimento. Una sosta e nuovo conflitto, ben più vivo, autonomo, sguardi alle opposte fuggenze dai finestrini, distacchi, tosto riattacchi; contrattacchi. Daccapo rendersi estro, ed altri precipitosi recuperi, progressiva sincerità, un far da sé cui estranei apparentemente i poteri di un io. Ad ogni ripresa accresciuto vigore, lui bastevole verecondia la parvente ignoranza dell'esercizio. Ancor polpastrelli quasi per armonica solfeggiando, ed un calettare ricalettare le dita, fra correlativi collaudi, dar affondo atti silenziosi e convulsi, spasso a chi di sterzo, con taciti perdonari. E ritmo accellerato, sinché frenetico, siccome nei finali da lavatrice allorquando strenuo, lasciate bachiane semicrome. Consimili se capriccio baci fra cavalli, il collidere cervino; ma possibili ave petrosi di fortuiti incontri, primultimi, entro qui veloce vettura, là sulla tolda a maestrale, o in porgere assistenza presso montatoio nel rigoroso commiato.

 denis osokin          elena morta       dal ciclo le fanciulle del pioppo (2003)

quello per cui ci sorprende elena è che ce l'abbiamo sempre accanto. elena è in questo esatto momento nella vita di ognuno. elena è l'acqua che beviamo. elena è un colombo, solo in tutto aggraziato, non come quelle birbe grigiazzurre. elena è il pane, lievemente sciapo. bianca come un telo di lino, senza candore ospedaliero. l'intimità fisica con elena è priva di memoria, come bere acqua: giù liscio e tranquillo, poi non rimane nulla. qualcuno per questo la trova un po' frolla. sì, se vi piace il peperoncino col cognac e sentire come dolgono le ferite d'amore, se per voi l'amore è ingerire lampadine elettriche o una zuppa di graffette e molle, allora lena vi lascerà insoddisfatti. elena è una guaritrice: cura col lenzuolo bianco e l'acqua. è lei stessa parte delle riserve mondiali di acqua dolce, riempie qualsiasi incavo. la morte di lena è contronatura, e ne è perfettamente consapevole la morte. né il mondo né l'antimondo possono resistere a vedere come lena si ammala e muore, come a elena si ordina la bara; la terra si rifiuta di farle da tomba: a seppellire elena semplicemente in una fossa, succederà un rivolgimento che per tutti saranno dolori. così un'elena per cui sia tempo di morire semplicemente la scambiano con un acquario d'acqua limpida e pesciolini blu.

  денис осокин                     мертвая елена             из книги «баришни тополя»   (2003)

чем удивительна елена - тем, что находится рядом всегда. елена - в настоящем времени - в жизни каждого. елена - вода, которую все мы пьем. елена - голубь, только изящный, не как эти сизые паскуды. елена - хлеб, чуть-чуть без соли; белая как льняной холст - без аптекарской белизны. физическая близость с еленой лишена памяти - словно пить воду: легко и спокойно, и ничего не останется после. кое-кто упрекает елену в рыхлости. да - если вы любите перец с коньяком и слушать как ноют любовные раны, если любовь для вас - поедание электрических лампочек или супа из скрепок и пружин - лена оставит вас неудовлетворенным. елена - врачевательница: лечит белой простынью и водой. она сама часть мирового запаса пресной воды, наполняет любые емкости. смерть лены противоестественна - и это понятно смерти. ни миру, ни антимиру невозможно видеть как лена болеет, умирает, как елене заказывают гроб; земля отказывает ей в могиле - если закопать лену в грунт, случится возмущение земли, от которого никому не поздоровится. поэтому елену, которой пора умереть, просто заменяют на аквариум, с чистой водой, с голубыми рыбками

 Georgij Ball       Il coniglio (1999)

 Tinnavano batacchi, balocchi, sonagli, la fiera era una girandola. Nel frastuono la gente della fiera.

Un uomo di una cinquantina d'anni, o forse di più, gridava:

- Guardate come mi trasformo in un serpente! Non c'è numero più difficile: l'uomo-serpente! Poi inghiottirò un coniglio tutt'intero.

Lo chiamavano Ljusik, sebbene avesse un altro nome, molto lungo e antico.

L'uomo prende ad avvitarsi su se stesso. Sempre più veloce. Gli anelli del suo corpo roteavano.

- Allora? - grida Ljusik. - Adesso vedete il serpente?

Alcuni perdigiorno rispondono fiaccamente:

- No, non lo vediamo. Non c'è nessun serpente.

Ljusik era in un vortice forsennato. Strisciava nella sabbia. La faccia gli si deformava tormentosamente.

- E adesso, lo vedete che sono un serpente?

- No, non lo vediamo.

- Ora inghiottirò il coniglio. Vedete il coniglio e il serpente? Gente, com'è possibile che non li vedete? Dove guardate? Guardate qui!

Un movimento di deglutizione, un secondo. Il coniglio scompare nei budelli del serpente.

L'uomo-serpente Ljusik è divenuto invisibile. Al suo posto rimane un coniglio con le orecchie a sventola e la faccia triste di un bambino.

- Pussa via! - gli grida qualcuno.

Il coniglio Ljusik senza fretta fa un salto e scompare in mezzo alla folla.

 

Георгий Балл  Кролик   (1999)

        Гремели погремушки, петрушки, игрушки – крутилась ярмарка. На ярмарке шумел народ.
        Человек лет пятидесяти, а может быть, больше зазывно кричал:
        – Смотрите, как я превращаюсь в змею! Это труднейший номер – человек-змея. Потом я заглатываю целиком кролика. Смотрите, смотрите!
        Его звали Люсиком, хотя у него было другое, очень длинное, древнее имя.
        Человек стал извиваться. Все быстрее, быстрее. Кольца его тела закружились.
        – Ну как? – кричал Люсик. – Теперь вы видите змею?
        Немногие зеваки вяло отвечали:
        – Не видим. Нет никакой змеи.
        Люсик кружился стремительно. Ползал по песку. Его лицо мучительно исказилось.
        – Теперь вы видите, что я змея?
        – Нет, не видим.
        – А сейчас я буду заглатывать кролика. Видите кролика и змею? Люди, как же вы не видите? Куда вы смотрите? Смотрите сюда!
        Одно глотательное движение, другое. Кролик исчезает во внутренностях змеи.
        Человек-змея Люсик стал невидим. На его месте сидел кролик с оттопыренными ушами и несчастным лицом маленького ребенка.
        – Брысь отсюда! – кто-то крикнул ему.
        Кролик Люсик неторопливо прыгнул и исчез в толпе.

 

Dmitrij Dejč      Griffith-Orfeo  da “Il vantaggio di Griffith” (2007)

Entra quando le lampade sono spente da un pezzo e persino il lumino da notte non sembra una nuvoletta luminosa ma un coagulo d'ombra, chiamato a fare la notte nella camera da letto ancora più nera che fuori, di là della finestra. Passando accanto al letto si ferma e guarda il dormiente. È sufficiente un suo sguardo per sprofondare in un succulento incubo notturno che sono in grado di dissipare solo i campanelli dell'alba, e al mattino Griffith si sveglia annaspando in aria con la bocca, ammaliato da un confuso ricordo dal gusto già dimenticato, ma che un giorno si ripresenterà, basta che Griffith torni a guardare se stesso che dorme, basta che si volti.

 Гриффит: Орфей     из книги «Преимущество Гриффтита»    (2007)

Он входит, когда лампы давно потушены, и даже ночник в спальне кажется не светлым облачком, а сгустком тьмы, призванным cделать ночь внутри комнаты чернее, чем за окном, снаружи. Проходя мимо постели, останавливается и смотрит на спящего. Одного его взгляда довольно, чтобы провалиться в терпкий ночной кошмар, развеять который способны лишь утренние колокольцы, и наутро Гриффит пробуждается, хватая ртом воздух, завороженный смутным воспоминанием, чей вкус позабыт, но однажды нахлынет снова, стоит Гриффиту снова взглянуть на себя-спящего, стоит ему обернуться.

Bruce Holland Rogers                  Reconstruction work    2007

 Next to the casket, I leaned on my cane and admired the work my brother practitioners had done on Elizabeth Fordham Roth. She had died at 80, but she did not look a day over 60 and might have only been sleeping. Physical reconstruction. Cosmetics. Those are the easier mortuary arts. It is the work of an afternoon to sew eyelids shut with invisible stitches, to close a slack jaw, to smooth out wrinkles and rouge pallid cheeks back to seeming life. My branch of the discipline is far more subtle and is never finished in a single afternoon.

The young woman I was waiting for entered the chapel. I looked away from her but was aware of her approach as she came up the aisle. She hesitated, as if to give this elderly man,  this stranger, whatever time he needed with her grandmother. I waited. And waited. I was not going to give her solitude. At last, she came to stand beside the coffin. We stood in silence together.

“She had quite the life,” I said at last.

The granddaughter said nothing. She set her mouth in a hard line.

“A good life,” I said. “And comfortable.”

Still no reaction, though a muscle jumped along her jaw.

“Are you family?” I said.

She nodded.

I knew her when she was a girl,” I said. “My family had money, too, in those days. But not like the Fordhams. Riding stables. Servants. The lawns and gardens. There was a maze of hedges. Heaven for a child.”

“Well,” she said. And that was all.

I said, “And of course her father doted on her.

The granddaughter turned to look at me. “Her father — ” she began. She squinted. “I don’t think we’ve met.”

“No,” I said, and bowed my head as if I had just given her my name. “Nice to meet you.” Age purchases a right to eccentricity, to vagueness. She didn’t ask directly for my name.

“Francis Fordham,” she said, “was not such a good...” She looked at the coffin. “He did things to her.”

“He did things...” I let my words trail off. Then I shook my head and sighed. “Not that old nonsense....”

“What do you mean, old nonsense?”

“I’m sorry. It’s none of my business, really. But in the last few years, your grandmother’s memory wasn’t... Oh, dear. I’m sorry. I don’t mean to speak ill of dear Lizzie. But her father was a gentleman, in an era when the word still meant something. He would never...” I waved my hand, dismissing the idea that Francis Fordham could have ever done anything improper to his daughter.

“He did. She told me.” 

“Ahhh,” I said, doing my best to convey scepticism. I looked away as if I were considering whether it was my place to go on. Then I said, “The memories of an old person are sometimes confused, my dear.” I made a point of looking at the coffin and shaking my head.

That should be sufficient. I nodded and took my leave, saying again as I went, as if in sorrow for the delusional state of my departed friend, “Poor Lizzie.”

There were many guests on the Fordham estate in the heyday of Fordham wealth and power. A long-time friend for Elizabeth was certainly plausible. She knew so many people. What grandchild would know all of her grandmother’s friends?

The young woman might still believe the version of events that Elizabeth Fordham Roth once told her, but I had at least planted a seed of doubt. In my profession, we had been planting seeds of one kind or another about Francis Fordham ever since his death. That’s what we do. We’ll continue to work on the remembrance of this man until the mortuary endowment runs out. It’s a healthy endowment. As I said, mine is hardly the work of an afternoon.

                                                        

 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

 Strumenti generali per l'analisi del testo

 Bachtin Michail, L'autore e l'eroe. Teoria letteraria e scienze umane, Torino, Einaudi, 1988

Genette Gérard, Figure III. Discorso del racconto, Torino, Einaudi, 1976

Genette Gérard, Palinsesti. La letteratura al secondo grado, Torino, Einaudi, 1997

Jakobson Roman, Poetica e poesia. Questioni di teoria e analisi testuale, Torino, Einaudi, 1985

Lodge David, L'arte della narrativa, Milano, Bompiani, 1995

Lotman Jurij, La struttura del testo poetico, Milano, Mursia, 1972

Šklovskij Viktor, Teoria della prosa, Torino, Einaudi, 1981

Tynjanov Jurij, Avanguardia e tradizione, Bari, Dedalo, 1968

Tynjanov Jurij, Il problema del linguaggio poetico, Milano, Il Saggiatore, 1968

 Testi critici sui microracconti

 Bernard Suzanne, Le poème en prose de Baudelaire jusqu'à nos jours, Parigi, Nizet, 1959

Bouillane de Lacoste Henry, Rimbaud et le problème des “Illuminations”, Parigi, 1949

Caramitti Mario, Letteratura russa contemporanea. La scrittura come resistenza, Roma-Bari, Laterza, 2010

Margoni Ivos – Coletta Cesare, Sull'oscurità delle “Illuminazioni” in Rimbaud R. Illuminazioni, Mlano, Rizzoli, 1981, pp. 5-67

Murphy Margueritte S. A tradition of subversion: the prose poem in English from Wilde to Ashbery, The University of Massachusetts Press, 1995

Raybaud Antoine, Fabrique d'"Illuminations" Paris: Seuil, 1989

 Геймбух Елена Юрьевна,  Афоризм как речевой жанр в структуре лирической прозаической миниатюры // Человек. Язык. Искусство. – М. 2002

Геймбух Елена Юрьевна, Поэтика жанра лирической прозаической миниатюры: лингвостилистический аспект, докторская диссертация, М. 2005

Кудрявицкий Анатолий. Сущая видимость, или Магическая реальность в зеркале ми­ниатюры.  «Новое литературное обозрение» 1997, № 28. С. 285-291.

Кулаков Владислав, Минимализм: стратегия и тактика, «Новое литературное обозрение» 1997, № 28

 Microracconti in italiano o in traduzione italiana

 AA.VV. I racconti più brevi del mondo, a cura di Gianni Toti, Roma, Fahrenheit 451, 1993

AA.VV. I racconti più brevi del Cile, a cura di Gianni Toti, Roma, Fahrenheit 451, 1997

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Borges J.L. L'artefice, Milano, Adelphi, 1999

Campra Rosalba, I racconti di Malos Aires, Roma, Fahrenheit 451, 1993

Jodorovsky Raquel, Racconti rapidi per cervelli detenuti e/o per coleotteri, Roma, Fahrenheit 451, 1997

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Toti Gianni, Gli autentici racconti brevi meno lunghi del mondo, Roma, Fahrenheit 451, 1997

 Antologie di microracconti in russo

 Очень короткие тексты: В сторону антологии. – М. НЛО, 2000

Жужукины дети, или Притча о недостойном соседе. Антология короткого рассказа. М. НЛО, 2000

 
   

 


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